Diventare formatore: come costruire la tua nuova professione

Stare davanti a un’aula o insegnare da remoto non si improvvisa. Vogliamo darti dei buoni motivi per specializzarti come formatore e affrontare il tuo prossimo Webinar o lezione in modo più sicuro.

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Quante volte da bambini ci siamo ritrovati a dire: “Io la matematica non la capirò mai”, oppure “Quell’insegnante mi fa addormentare”.

Personalmente mi è capitato. Più spesso di quanto avrei voluto.

“Non sei portato”, “Non ti applichi”. Frasi che ci siamo sentiti dire, almeno una volta nella vita.

Hai mai pensato che parte della responsabilità può essere della persona che si trova dietro la cattedra?

L’insegnante o il formatore hanno un vero e proprio potere nei confronti del proprio pubblico, quello di far innamorare, appassionare e trasmettere le proprie conoscenze.

Sapere un argomento non significa saperlo insegnare, avere studiato lettere non significa che tu sia in grado di insegnare quella materia… non si tratta di una dote innata bisogna coltivarla e alimentarla.

Essere formatori è un percorso continuo e non lo sei solo quando sei davanti ad una platea di persone.

Che obiettivi ti dai?
Che tipo di esperienza di apprendimento vuoi creare nei tuoi studenti?
Che stile hai quando presenti?
Come ti prepari per una lezione? Prepari solo la parte tecnica o c’è altro che consideri?
Essere formatore significa avere una risposta a queste e molte altre domande.

Fai in modo che ogni parola conti

La definizione classica di formatore che troverete è questa: “Una Persona addetta a preparare, mediante istruzione e addestramento opportuni, chi si avvia all’esercizio di una professione o di una specifica attività. Chi forma, chi dà forma a qualche cosa”.

Ma quella su cui voglio farti ragionare è una definizione non tradizionale di Yuval Noah Harari che dice:

In un mondo come quello di oggi, l’ultima cosa che un insegnante deve dare ai propri allievi sono le informazioni. Ne hanno già troppe. Invece, le persone hanno bisogno della capacità di dare un senso alle informazioni, di distinguere tra ciò che è importante e ciò che non è importante, ma soprattutto, combinare le molteplici informazioni in un quadro generale del mondo”.

Per riuscire a stare al passo oggi serve capacità di adattamento, resilienza e flessibilità.
Non basta preparare la lezioncina per il giorno dopo, o le slide per il tuo prossimo webinar… ma devi creare, misurarti e perfezionarti.

Non dire ho sempre fatto così! Bisogna cercare di capire chi si ha davanti e studiare per diventare degli specialisti della formazione.

Non dare per scontato che basti solamente conoscere e avere la passione per il tuo argomento, qualunque esso sia. Devi essere anche in grado di trasmetterla.

Per chi ha provato, sa che non è per niente una cosa semplice.

4 motivi per specializzarti come formatore

Vogliamo fornirti 4 buoni motivi per cui crediamo sia importante capire che stare davanti a un’aula o insegnare da remoto non si improvvisa. Non devi solo parlare ma devi avere a disposizione e padroneggiare strumenti più raffinati.

1) Il metodo

Buona la prima?
Ti possiamo assicurare che non è così.
Ansia, emozione, risatina isterica, ripetersi il discorso in testa e… non ricordarsi nulla.
Cresci ma alla fine la sensazione è proprio quella che provavi prima di un esame universitario.
Qui però l’insegnante sei tu!

La tua platea si aspetta che tu gli trasmetta qualcosa.
Come, cosa, in che modo trasmetterlo… se tu a deciderlo.

L’abbiamo già detto, conoscere l’argomento non significa saperlo insegnare.
Occorre sapere cosa dire, organizzare i pensieri… e non si improvvisa.

2) Connettersi è la chiave

Ammettiamolo!
Quando organizziamo una lezione siamo più preoccupati di non sapere cosa dire.
Abbiamo il terrore di finire prima del previsto la lezione, delle pause, dei silenzi…

Questo può capitare perché abbiamo spiegato più velocemente un concetto o perché non ci sono domande da parte del pubblico. La paura di rimanere bloccati è alta.

Sappi che i silenzi (e non intendo quelli imbarazzanti), servono per digerire meglio quello che hai appena detto.

La tua preoccupazione deve essere quella di risolvere i dubbi del tuo pubblico e lasciarli con più risposte e meno domande.

Più che pensare a tanti argomenti di dire, assicurati di avere più esempi.
Cerca di capire con chi hai a che fare, relazionati con il tuo pubblico e non avere paura di fare a loro delle domande.

Servirà per fare esempi mirati e concreti e chi hai davanti capirà più in fretta.
Provare per credere.

3) Parla la loro lingua

Ti sembrerà banale. Ma il tuo pubblico non parla la tua lingua.

Inglesismi e tecnicisimi non spiegati possono essere una delle prime cause per cui perdi l’attenzione.

La parola chiave è non dare per scontato. Molti dei termini e dei concetti che utilizzerai sono completamente sconosciuti alla tua platea. Ricordatelo sempre!

4) Slide…che passione?

Ti sembrerà stupido vederlo scritto. Ma le slide non bastano. Non sono il tuo discorso.
Le slide sono un supporto, quel qualcosa in più.

Non devono esserci troppe parole all’interno.
Devono essere colorate, accattivanti, suscitare dei quesiti ma… non devi leggerle!

Lo scopo non è quello. Renderesti la presentazione impersonale, senza phatos e il rischio è di ripetere la lezioncina come a scuola.

Il segreto è poche slide… ma fatte bene!

Non vogliamo che ti spaventi se ti sei accorto di essere caduto almeno in una delle trappole che ti ho elencato sopra.
Il nostro intento è quello di indurti a sperimentare e metterti alla prova, uscire dalla tua zona di comfort.

Vogliamo che il tuo essere sempre stato portato a parlare in pubblico non sia l’unico tuo strumento da sfruttare. Ma che tu possa “unire tutti i puntini” ed essere più sicuro durante il tuo prossimo Webinar o lezione.

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